Da un idea di Lorenzo Frittelli

Testo e Regia Di Lorenzo Frittelli

Con Filippo Frittelli

Federico Tassini

Giorgia Stornanti ( Fantasma del Teatro)

Cristiana La Fauci (Spirito del Cinema)

e la straordinaria partecipazione di Lara Yalil

Uno spettacolo sul destino in 3 atti e 9 scene che ha come centro e radice l’unica scena originale scritta da Lorenzo, il fratello del regista prematuramente scomparso, verso una sua nuova epifania, in un processo di espiazione di F che assomiglia quasi al K di Kafka nell’aggettivare sardonicamente questo spettacolo, questa commedia, come “Necessaria”, in una dimensione teatrale che si lascia alle spalle la teologia della “Divina” ma anche il sociale di quella “Umana” di Balzac, per portarsi dopo tutto sul confine più intimo tra realtà e finzione, nel personale viaggio dall’una all’altra dimensione, per mezzo dell’altro, sulla spinta della conquista e per la naturale ed eterna condizione di espansione di tutte le cose: “Non la trovate noiosa un’abitazione che non cresce?” (Lady Macbeth, Shakespeare).

I due protagonisti maschili si trovano in scena impegnati nella costruzione di una rappresentazione metateatrale in cui si subiscono e feriscono in un dualismo che al tempo stesso ricerca ed elude ogni azione conclusiva per il puro confronto che chiama in causa due altri personaggi, due spiriti, quelli del teatro e del cinema, apparentemente come bene e male, bianco e nero, precedente e successivo, in personificazioni femminili che si manifestano in controscene e controcanti per influenzarli e sottolineare la rivalità tra due nature opposte per schemi logici, per tempo e spazio, che sono le stesse di F e L. Nel gioco continuo che insiste nel trascinare “altro” tra i due si svelano i più diversi legami d’amore coinvolgendo e confondendo il pubblico per una riflessione sulla verità e la sua apparizione nella restituzione scenica, una ricerca verso la decostruzione totale che chiama ad intervenire gli spiriti, i sogni, teorie, pubblico in sala, automi come algoritmi e manichini per spostare il peso della ragione, per una verità che ritarda e sembra non voler giungere come una nuova attesa di Godot. Ed è forse l’ogni volta? Nel momento in cui si presenta allo sguardo, la verità non sembra più corrispondere col suo ideale e sorge il dubbio della maschera che fa spettacolo di sé nel suo stesso apparire, proprio col suo darsi alla scena la verità sembra cambiare di natura e le sue qualità extrasceniche la rendono addirittura o-scena: un fuori che si porta dentro alla scena, un cadere, qualcosa che atteso dall’esterno come peso incredibile e rivelatore diventa oggi più che mai non credibile per qualità o misura, non creduto, e quindi ancora “falso” nel suo accadere nel luogo di amplificazione. F, narrativamente, rimane legato all’ambiguità della sua vita ormai divisa tra dentro e fuori il cassetto facendone spettacolo miserabile ad un qualsiasi giudizio da parte del pubblico teatralmente edotto, sottoponendolo alla provocazione che lo costringe a ri-conoscere rilkianamente il “chi” sempre nuovo, vergine nonostante il trascorso. Un sempre vero che ritorna facendosi ogni volta falso per un necessario umano che entrambi i protagonisti incarnano.

La verità diventa la ricerca della verità e lo spettacolo si costruisce sui tentativi di ucciderla, sul gesto del Lorenzaccio beniano che si disapprova nel compiersi, sui fallimenti, rimanendo in una sospensione intrisa di speranza di prorogare e rimandare l’assenza finché l’Oriente si fa voce fuoricampo per consegnare un nuovo inizio a tutte le cose che ora si riconoscono generatesi l’una dall’altra.

Info e prenotazioni

3482502920

Biglietto € 10

Biglietteria online

TEATRO DEL BORGO
Via di San Bartolo a Cintoia, 97 – Firenze